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Questo saggio trae la sua ragion d'essere dal proposito di associare a un bilancio critico delle filosofie italiane della seconda metà del XX secolo l'approfondimento di alcuni dei temi più frequentati in quegli anni dai filosofi italiani e non solo da questi. In primo luogo quello della ragione e della razionalità, al quale altri se ne connettono di non minor rilevanza (scienza, logica, epistemologia, metafisica, ermeneutica-interpretazione, linguaggio, semiologia-semiotica, strutturalismo, storia-storicismo, nichilismo, retorica, valori, norme, diritti, estetica ecc.) di cui è possibile una trattazione sincronica, ma che esigono anche di essere considerati in una prospettiva (e/o retrospettiva) storico diacronica. L'esuberanza multiforme del pensiero filosofico italiano del XX secolo offre l'opportunità di un confronto fra linee di pensiero ciascuna dominante in una particolare stagione e in un particolare contesto, ma non fatta oggetto, in quei contesti, delle valutazioni comparative che il "melting pot" o - se si preferisce - il laboratorio, il crogiuolo, il "cantiere aperto" della filosofia italiana, rende invece possibili.